Scuole

LA NOSTRA SELEZIONE PER LE SCUOLE

ADORABILI AMICHE

Commedia francese al femminile che vede protagoniste tre amiche che si recano al matrimonio di un loro ex; durante il viaggio in auto finiscono per confrontarsi sulle loro personalità facendo un bilancio della propria vita e affrontando temi importanti per ognuno di noi, come l’insoddisfazione, la solitudine e la voglia di riscatto. Il regista Benoit Pétré, alla sua opera prima afferma di aver voluto realizzare un “inno alle donne” e alla loro forza: “Le tre attrici che ho scelto – spiega – dovevano mostrare differenti aspetti fisici e psicologici di donne che conoscevo bene…Le mie tre “eroine” sono cinquantenni e vivono i loro dispiaceri, la loro solitudine, ma anche le loro speranze, i loro desideri e una formidabile energia vitale. Volevo filmare delle donne vere – continua – e Jane, Catherine e Caroline nella loro interpretazione sono andate ben oltre le mie aspettative. Sono riuscite a rendere i miei personaggi molto veri nella loro natura e nella loro visione. Al di là di quello che potevo immaginare hanno portato un’energia straordinaria e una verità incredibile come solo nei miei sogni più folli potevo aspettarmi!”. Adorabili amiche è musicato da Keren Ann. L’interprete di Vous les Copains, Je ne vous oublierai jamais è Vanessa Paradis.

 

PAROLE CHIAVE: mondo femminile, emancipazione, amicizia, viaggio

BABYCALL

Babycall è un film sulla maternità, sull’amore iperprotettivo di una madre verso il proprio figlio e la violenza familiare che purtroppo a volte si manifesta. Come racconta il regista, Pal Sletaune, “Babycall è un film su un’eroina moderna. Il film tratta di quanto un essere umano può sopportare, e di come il personaggio principale, Anna, come ogni persona, crei da solo il proprio mondo. Babycall è un thriller emozionale sull’empatia, sull’ansia, sul superamento dei limiti della nostra immaginazione”. Il regista si è interrogato sui meccanismi che governano i rapporti più stretti, su quanto delicato e vulnerabile possa essere il rapporto tra genitori e figli.
Noomi Rapace, già straordinaria interprete della trilogia Millennium tratta dagli omonimi romanzi di Stieg Larsson, ci regala ancora una volta un’emozionante interpretazione che le è valsa il Premio Marc’Aurelio come Miglior Attrice al Festival di Roma 2011.

 

PAROLE CHIAVE: rapporto genitori figli, violenza familiare, psicologia

 

PREMI: Premio Marc’Aurelio come Miglior Attrice al Festival di Roma 2011
Thessaloniki International Film Festival
Seville European Film Festival
Guadalajara Mexico International Film Festival

IL PRIMO BACIO

“Il primo bacio” é una commedia adolescenziale leggera. Il mondo a parte della scuola, si sa, puo’ regalare dei momenti di grande ilarità e il regista esordiente Riad Scattouf rende le situazioni a tratti esilaranti. Pur provenendo dallo stile fumettistico (in particolare da “La vie secrète des jeunes”, dello stesso Scattouf), Hervé e Camel non sono mai caricaturali, mostrano le incertezze e le pulsioni della propria età. In parte nostalgico, delle volte semplicemente ingenuo come un bambinone, Hervé é la perfetta incarnazione del giovane che non ha ancora trovato un equilibrio con se stesso”. Il film affronta i problemi, le sconfitte, le delusioni amorose e la timidezza tipici di ogni adolescente, mostra le incertezze e le pulsioni che tutti i ragazzi in questa fase della loro vita hanno, e ci mostra come Hervé, il protagonista, riesce a superarle.

 

PAROLE CHIAVE: problematiche adolescenziali, scuola, complicità tra amici

 

PREMI: César 2010 – Miglior Opera Prima
Premio Lumière 2010 per la migliore promessa maschile: Vincent Lacoste e Anthony Sonigo

IL SUPERSTITE

Un film straordinariamente interessante: l’autore scozzese, Paul Wright guida gli spettatori pian piano nella psiche del protagonista e nell’animo di chi lo circonda, aprendo a più ed interessanti quesiti. Ricchi e molteplici sono i riferimenti ad uno dei maestri della prosa come Joseph Conrad o all’opera capolavoro di Herman Melville, Moby Dick. Come Conrad, Paul Wright affianca una straordinaria capacità d’indagine dei comportamenti umani: come i personaggi di Conrad, cos ì il suo personaggio interpretato maestosamente da George Mackay s’interroga continuamente su ciò che è “vero e ciò che è falso, sulla vita e sulla morte, sull’innocenza e sulla colpa” oltre ad esplorare la natura della società, necessaria, ma corruttrice e quello della solitudine, inevitabile, ma distruttiva. Come Melville, Paul Wright offre un immenso affresco dei diversi modi di comportamento dell’individuo nei confronti del mondo e del problema della dicotomia tra bene e male. È importante proporre la visione ai giovani studenti perchè è un’opera prima di un regista che con merito è riuscito a raggiungere il premio BAFTA e, attraverso i tòpoi della favola, ha espresso una livida e convincente elaborazione del lutto. Interessante tema di discussione del film sono le reazioni e le relazioni tra le persone, come queste si evolvono e come vengono usurate dal sospetto (o dalla certezza) che la persona che hanno accanto sia un mostro. Paul Wright è interessato alle persone, ai loro comportamenti, alle loro reazioni, all’irrazionalità delle pulsioni umane ed esprime attraverso una sceneggiatura lucida il famoso concetto “Vox populi, vox Dei”. Ovvero, se la comunità è concorde, quello che si dice è vero. Partendo da questa teoria, si rinforza la forza del rapporto figlio-madre, unica a credere all’innocenza del figlio e a sostenerlo nella sua ricerca della verità. Altro spunto di riflessione è la forza della volontà, dell’andare oltre e superare i propri limiti per raggiungere lo scopo prefissato. Il Superstite lascia, quindi,lo spettatore disorientato. specialmente nel finale onirico, aprendo domande inquietanti sulla natura dell’animo umano.

 

PAROLE CHIAVE: tradizioni locali, leggenda, pesca, rapporto familiare, mostro, amore, colpevolezza, ricerca della verità

L’AFFIDO

COMMENTO: L’affido – Una storia di violenza è un film che fa riflettere, che mostra come i problemi “dei grandi” vengano percepiti dai più piccoli e li influenzino tanto da farli crescere troppo in fretta. Il piccolo Julien cerca in ogni modo di difendere la madre facendosi carico della lotta contro il padre, cercando di fare da scudo e da filtro tra quell’omone geloso e irascibile e la madre che, di fronte all’uomo che ha amato, appare ancor più spaventata e indifesa del figlio. Julien è al centro della scena e della continua lotta tra i genitori mentre la figlia maggiore, Josephine, appare come uno spettatore esterno rispetto a quanto accade tra i tre personaggi principali, lei, d’altronde, sta per diventare maggiorenne. Seppur preoccupata per quello che succede tra i genitori, Josephine si lascia però trasportare dai problemi tipici della sua età: il conflitto con la madre che l’ha allontanata dagli amici e dal fidanzato, la voglia di allontanarsi a sua volta dal trambusto che la separazione dei genitori ha portato nella sua vita.
L’affido – Una storia di violenza è un film che racconta le tese dinamiche interpersonali che si muovono dietro i tanti casi di violenza contro le donne che tristemente affiorano ogni giorno sui media. Il regista Xavier Legrand, trascrive il tema sociale in emozioni, riuscendo a presentare in maniera esemplare i segni premonitori del manifestarsi della violenza, e fa questo seguendo un percorso narrativo avvincente, che oscilla tra i canoni del thriller psicologico e quelli del dramma familiare.

 

PAROLE CHIAVE: divorzio, affidamento congiunto, violenza domestica, possesso, crescita

LA PRIMA STELLA

La prima stella si lancia nella “pista rosa” della commedia per famiglie, tentando di compiere uno slalom gigante fra culture diverse e la loro integrazione, fino a un edificante traguardo in cui i bianchi razzisti si convertono facendo ammenda e gli antillani più anziani cantano vecchi inni a De Gaulle.

Racconta le vicende di una famiglia nera immersa in un panorama bianco, in vacanza sulla neve; lo sport è infatti un grande fattore di integrazione culturale e nelle sue pratiche di intrattenimento si possono inscrivere veri progetti politici e sociali…

 

PAROLE CHIAVE: famiglia, solidarietà, amicizia, politica, integrazione culturale

LOVE IS IN THE AIR

Signore e Signori Benvenuti a bordo della commedia più glamour e frizzante degli ultimi anni, adattamento della sceneggiatura americana “Stand By Love”, che come sostiene il regista Alexandre Castagnetti “ricorda l’armonia dei classici hollywoodiani che amo molto (Notting Hill, Il Diario di Bridget Jones, Scrivimi una canzone, 50 volte il primo bacio, ecc)”.

Antoine, un avvocato che vive a New York, è sul volo che lo riporta in Francia per un colloquio di lavoro. Si ritrova seduto accanto a Julie, sua ex fidanzata… Love is in the Air – Turbolenze d’amore è una storia d’amore ”in volo” da New York a Parigi tra due ex amanti che si sono lasciati alcuni anni prima a causa di un malinteso, dove tra le molte scene romantiche, rocambolesche, divertenti i protagonisti vivranno il viaggio più stravolgente della loro vita… e chissà se resteranno ex per sempre. Seduti l’uno accanto all’altra per sette ore di viaggio, infatti, saranno costretti a parlarsi di nuovo…

 

PAROLE CHIAVE: commedia, viaggio, amore, malintesi

RARA – UNA STRANA FAMIGLIA

Rara – Una strana famiglia è una delicata commedia di grande tenerezza, non un film politico ma una storia che parla di sentimenti ed emozioni tra genitori e figli, una “storia di lealtà, speranza e di amore nelle sue molteplici forme” (Generation K-plus International Jury).

Sara è felice. Vive con sua madre, sua sorella e la compagna della madre. Quando compie tredici anni però il suo mondo comincia a trasformarsi con un impatto devastante anche sulla vita delle persone che la circondano. Le cose si complicano quando il padre intraprende una battaglia legale per l’affidamento delle figlie. Basato su una storia vera.

 

PAROLE CHIAVE: adolescenza, famiglia, identità, rapporti e conflitti tra genitori–figli

 

PREMI: Premio Miglior Film Generation al 66mo Festival di Berlino, Premio Horizontes Latinos e Premio Sebastiane Latino al 64mo Festival di San Sebastian, Premio del Pubblico e Premio per la Miglior Attrice a Julia Lubbert al Queer International Film Festival di Lisbona

RIBELLI

Sandra, costretta a lasciare il Sud della Francia per sfuggire a un compagno violento, decide di fare ritorno controvoglia a Boulogne-sur-Mer, città natale. Lì ritrova la madre e il mondo che si era lasciata alle spalle. Senza soldi, senza lavoro né titolo di studio viene ingaggiata in un’azienda di inscatolamento di pesce dove un giorno, però, deve respingere le pesanti avances del suo capo. Un cadavere “scomodo” e una borsa piena di soldi cambieranno drasticamente la sua vita e quella di due sue colleghe. Sarà l’inizio di una serie di guai, che lancerà le protagoniste in una scatenata commedia dalle tinte pulp e dai risvolti imprevedibili.

Ribelli di Allan Mauduit è una commedia esilarante e politicamente scorretta, sfacciata e decisamente femminista, campione di incassi in Francia. Il film ritrae una classe operaia territorio di drammi sociali lontana dai centri urbani puliti e dai grandi appartamenti luminosi, in cui i personaggi lottano per sopravvivere strappando comunque, con tutta l’irriverenza del caso, notevoli risate allo spettatore. E soprattutto le protagoniste Nadine, Marilyn e Sandra portano alta la bandiera del “Girl Power” sono donne coraggiose e determinate, responsabili del proprio destino. Combattono, usano pistole, carisma e seduzione e non temono di sporcarsi le mani nel fango!

 

PAROLE CHIAVE: amicizia, condizione femminile, lavoro
 
 

ROUBAIX – UNE LUMIERE

Nella notte di Natale a Roubaix, un paese nel nord della Francia, il commissario di polizia Daoud si ritrova assieme alla giovane recluta Louis a gestire le indagini sul brutale omicidio di un’anziana signora. I suoi sospetti presto ricadono su una giovane coppia di ragazze indigenti e tossicodipendenti che vive vicino alla vittima.

Il film, prendendo spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto nel 2002, mette in luce il sentimento di pietà verso vittime e carnefici, i vari tentativi della ragione di rendere comprensibili il caos della realtà moderna e i suoi personaggi solitari e disorientati.

Eletto dal sindacato nazionale dei critici cinematografici il miglior film distribuito nel 2020, Roubaix, une lumiere è un polar profondo ed attuale, di elevato spessore narrativo, impreziosito dalle interpretazioni di un cast di alto livello: Roschdy Zem, vincitore del premio César come miglior attore protagonista, Léa Seydoux e Sara Forestier.

 

PAROLE CHIAVE: conflitti sociali, condizione femminile, cronaca

 

PREMI: In competizione al Festival di Cannes – Sette candidature ai César e Vincitore Premio Miglior Attore (Roschdy Zem) – Quattro candidature ai Premi Lumière e Vincitore Premio Miglior Attore (Roschdy Zem) – Eletto Miglior Film Distribuito nel 2020 dal Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici

TENSIONE SUPERFICIALE

Michela (interpretata da Cristiana Dell’Anna, la Patrizia Santoro di Gomorra – La serie) è una ragazza-madre di 30 anni. Allontanata dai genitori da quando è rimasta incinta, lavora da anni in un hotel sul lago di Resia, ma il proprietario Claudio (Hannes Perkmann) si rifiuta di farle un contratto affibbiandole orari disumani che le permettono di vedere il figlio solo di rado. Un giorno decide di dare una svolta alla sua vita varcando il confine con l’Austria per lavorare come prostituta in una casa chiusa, con l’obiettivo di offrire un futuro migliore al figlio Tobias (Philipp Peter Heidegger). Non appena in paese si sparge la voce del suo nuovo lavoro, tutta la comunità le si rivolta contro, isolandola e perseguitandola. Ben presto, però, Michela trova il coraggio di rialzare la testa e reagire.

Tensione Superficiale di Giovanni Aloi è una pellicola tratta da un vero fatto di cronaca, basata su un segreto ingombrante che, oltre a far emergere le profonde insicurezze della protagonista, porterà alla luce molte delle meschinità e delle ipocrisie quotidiane che fanno parte della vita degli abitanti di un paesino sperduto tra le montagne e forse più in generale della nostra società. Il film è una storia che parla di confini, ma soprattutto di limiti e del loro superamento, di cambiamento e di emancipazione femminile: il racconto di una donna che, adottando un comportamento ritenuto moralmente inaccettabile, trova una strada per la propria realizzazione e un modo per difendersi dal maschilismo imperante che la circonda.

 

PAROLE CHIAVE: condizione femminile, genitori e figli, lavoro

 

THE FIGHTERS – ADDESTRAMENTO DI VITA

The Fighters – Addestramento di vita, è una commedia militare romantica e irresistibilmente divertente, dove l’amore disarma e la sopravvivenza passa attraverso la solidarietà.

L’estate del giovane Arnaud si preannuncia tranquilla fino al momento in cui incontra Madeleine, bella, fragile e appassionata di allenamenti estremi e profezie catastrofiche. Veniamo catapultati così nel mondo estremo di Madeleine attraverso una commedia che “immerge il pubblico nella storia, crea un’intimità con i personaggi. Condividiamo i loro rituali, le loro fantasie e le cose in cui credono” (Thomas Cailley). Arnaud non si aspetta nulla mentre Madeleine si prepara alla fine del mondo… Tra i due, nasce una storia d’amore e di sopravvivenza (o entrambe), fuori da ogni canone prestabilito.

 

PAROLE CHIAVE: teenager, sopravvivenza, solidarietà, arruolamento

 

PREMI: Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes: Label Europa Cinemas, SACD, Art Cinéma Award, Prix Louis Delluc dell’opera prima
César 2015 – Miglior Attrice, Miglior Giovane Attore, Miglior Opera Prima

THE MOST BEAUTIFUL DAY

Prendete un pianista appassionato di Mozart e un ladruncolo che sa cos’è l’arte di arrangiarsi, metteteli insieme in un reparto di una clinica per malati terminali e il risultato sarà la storia di una sorprendente amicizia, di un viaggio avventuroso alla ricerca dell’ultimo e più bel giorno della vita e cioè “The most beautiful day – il giorno più bello”, una commedia emozionante. Poetico e mai banale, il film si mostra utile ai fini di una riflessione sul tema della fine della vita, attualmente al centro del dibattito politico e sociale. Come afferma lo stesso regista Fitz“abbiamo portato il pubblico a pensare, con un film che commuove, emoziona e diverte. Questa commedia è un inno all’amicizia e alla vita, oltre che un incitamento a viverla fino in fondo. Al centro di The Most Beautiful Day, infatti, c’è la vita stessa. Come si fa a trattare con lei? Come dare il meglio di sé quando sembra non esserci una via d’uscita?”.
Avvincente, emozionante e carico di verve e ironia, il film introduce in Italia due stelle del firmamento cinematografico tedesco, Florian David Fitz e Matthias Schweighöfer: attori, produttori e registi di talento. Nel cast anche Alexandra Maria Lara, già nota al grande pubblico per la sua partecipazione al film candidato agli Oscar “La Caduta”.

 

PAROLE CHIAVE: amicizia, vita, viaggio, avventura

TOURNEE

Il New Burleque è la continuazione e la reinterpretazione di un genere profondamente radicato nella tradizione del music-hall inglese e americano. Originariamente gli spettacoli burlesque erano un melange di satira sociale e numeri musicali e nutrivano una parte della commedia americana fino agli anni 20 30. In seguito il genere si riduce ad una semplice espressione di nudità e diviene sinonimo di strip-tease. Ma dagli anni 90 il rinnovamento del Burlesque, detto New Burlesque, trae ispirazione da queste due epoche rintroducendo il teatro, la coreografia, il glamour, il senso dell’humor, dell’eccesso e della la satira.

Il film parla, attraverso questo mondo vivace e apparentemente sempre felice, della malinconia di un uomo e del suo tentativo di ritrovarsi, aprendoci a questo aspetto culturale ancora da comprendere.

 

PAROLE CHIAVE: burlesque, spettacolo, amicizia, rinascita

UN’ESTATE IN PROVENZA

Léa ambientalista e salutista, Adrien, e il loro fratellino Théo, sordo dalla nascita, partono in vacanza per la Provenza dal loro nonno Paul, un olivicoltore che non hanno mai conosciuto a causa di un vecchio conflitto familiare. Non è la vacanza dei loro sogni, soprattutto dopo che i loro genitori annunciano la loro separazione. In meno di ventiquattro ore è scontro generazionale fra i ragazzi e il nonno che credono troppo rigido e ossessionato dal controllo. Ma si sbagliano. Ben presto il passato tempestoso di Paul si riaffaccia e i travagliati anni Settanta fanno ritorno sullo sfondo incantevole della Provenza. I tre ragazzi, infatti, all’interno della fattoria del nonno, riscoprono uno stile di vita bucolico e passano dall’insofferenza verso la ruvidità di Paul (un ex sessantottino un pò burbero), alla scoperta di un nuovo mondo e dei suoi valori e al recupero di un intenso rapporto con i nonni.

 

PAROLE CHIAVE: scontro generazionale, adolescenti, natura

UN GIORNO ALL’IMPROVVISO

Antonio (un grande Giampietro de Concilio), diciassettenne promessa del calcio, vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile. La situazione è ancora più complessa perché si trova ad accudire con premura la bellissima e fortemente problematica Miriam (Anna Foglietta), una madre dolce che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Da quando il padre Carlo ha abbandonato Antonio e sua madre, Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la sua famiglia. Ecco, quindi, che per il ragazzo il calcio diventa l’unica prospettiva di un futuro roseo, che potrebbe regalare l’occasione della vita: un talent scout, Michele Astarita, sta cercando delle giovani promesse da portare nella Primavera del Parma e quando lo vede giocare, Antonio in campo è una vera rivelazione. Ma, purtroppo, ogni sogno ha un prezzo da pagare.

Un giorno all’improvviso di Ciro d’Emilio è una storia di amore incondizionato e di fedeltà dove il calcio rappresenta la speranza di una vita migliore, una pellicola pregna di tenerezza e affetto incondizionato. Il film affronta in maniera cruda ma allo stesso tempo infinitamente delicata il
difficile rapporto tra madre e figlio adolescente con un tono essenziale ed estremo realismo, reso al massimo dalla profonda intensità degli interpreti.

 

PAROLE CHIAVE: genitori e figli, difficoltà relazionali, patologie psichiche

 

PREMI: Candidatura ai David di Donatello per la Miglior Attrice Protagonista (Anna Foglietta) – Vincitore Premio Guglielmo Biraghi e Nastro d’Argento ad Anna Foglietta, candidatura come Miglior Regista Esordiente a Ciro d’Emilio – Premio di Critica Sociale Sorriso Diverso, Premio Nuovo Imaie a Giampiero De Concilio, Premio Fice Attrice dell’anno ad Anna Foglietta alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia – Prix CICAE al  Festival del cinema italiano di Annecy – Faro d’Argento come Miglio Film

CAPTIVE

*Audio originale con sottotitoli in italiano

Captive racconta la storia vera di un rapimento di turisti avvenuto nelle Filippine, per mano di separatisti islamici, episodio molto seguito anche qui in Occidente e che tutti ricordiamo. La pellicola racconta in modo crudo e realistico quell’avventura nelle Filippine tra il mare e la giungla, le repentine fughe e gli estenuanti scontri tra i rapitori, separatisti islamici del gruppo Abu Sayyaf, i militari che li inseguono, e i 20 turisti finiti in un incubo durato oltre un anno. Una parte di storia tragicamente attuale che riguarda il mondo intero e che ci aiuta a comprendere le differenze culturali e religiose, tema molto vicino anche a noi occidentali.

 

PAROLE CHIAVE: estremismo, religione, politica, attualità, storia vera

CHARLIE SAYS

E’ il 1972. Karlene Faith è una ricercatrice e psicologa che opera nel carcere dove sono rinchiuse Leslie Van Houten, detta Lulu, Patricia Krenwinkel detta Katie e Susan Atkins detta Sadie, tre delle ragazze della setta di Charles Manson. Condannate alla pena di morte per i crimini commessi sotto l’influenza plagiante di Charlie, Lulu, Katie e Sadie sono ancora prede della fascinazione nei confronti del loro guru. Il difficile
compito di Karlene Faith è quello di “deprogrammare” le tre donne rievocando i delitti di cui si sono macchiate, compresa la strage in cui fu assassinata l’attrice Sharon Tate che per molti mise fine al magico clima di cambiamento degli anni ‘60, affinché prendano coscienza di ciò che hanno commesso.
 
Passo dopo passo il film ci mostra l’esperienza della setta attraverso Leslie Van Houten che all’inizio viene attratta da quella che sembra una comunità entusiasta per poi subire il lavaggio del cervello che intacca la sua volontà individuale e la sua coscienza. La regista Mary Harron ha precisato che “questo film non è un’opera a difesa delle colpevoli. Charlie Says è una storia drammatica sugli anni Sessanta. Ha attinenza con
i giorni nostri perché parla di questioni senza tempo, di abuso e dominio, cose che sono successe nelle famiglie, nelle relazioni e nelle società nel corso della storia”. Un film che invita a un’attenta riflessione sulla condizione femminile di tutte le epoche e sul necessario e duro lavoro di introspezione e assunzione di responsabilità che ogni vera crescita comporta.

 

PAROLE CHIAVE: condizione femminile, cronaca, carcere e detenzione, pena di morte, psicologia
 

ISOLA 10

 Isola 10 è un film storico e di grande impatto visivo ed emozionale. Santiago del Cile, 1973. Dopo il colpo di Stato, una trentina di leader e autorità dell’Unidad Popular vengono trasferiti sull’Isola Dawson, il campo di concentramento più australe del mondo. La mescolanza tra il documentario e il ricreare gli avvenimenti, mantiene il colore dei tempi che furono e ci permette di ricordare, di risvegliare la memoria che è nel subconscio collettivo, unito dal sentimento e dalla forza della dignità. “L’uomo e la natura, passato e possibile futuro, espresso in sogni, poesie lettere disegni, scritti sulle pietre forse ricordando la frase di Neruda “Lasciai scritto su ogni pietra un telegramma”, che proiettano il presente nell’oggi, nella democrazia costruita dalla paziente e tenace resistenza pacifica alla violenza.

Quanti Cile ci sono nell’Isola? Oppressi e oppressori confinati in uno sperduto luogo della terra, alla fine del mondo, devono in qualche modo convivere, né bianco né nero. Tra i due meglio l’angolatura–sguardo-punto di vista umanista, il colore della realtà implacabile che può illuminare o accecare: è lì la sfida” Miguel Littin.

 

PAROLE CHIAVE: storia, Pinochet, deportazione, solidarietà, memoria

 

PREMI: In concorso al Festival di Roma 2009
Goya 2010 – Nomination Miglior Film in Lingua Spagnola
OSCAR 2010: il film è stato candidato all’Oscar 2010 come Miglior Film Straniero

MASTER OF THE UNIVERSE

*Audio originale con sottotitoli in italiano

Master Of The Universe è un documentario che parla del mondo, spietato, della finanza.
Il regista Marc Bauder ha incontrato Rainer Voss, fino a qualche anno fa uno dei “dominatori dell’universo”, broker spietato al soldo di banche e società d’investimento che trattano e scambiano denaro per centinaia di milioni di euro al giorno. Fra le mura di una Banca abbandonata, al centro della Francoforte finanziaria, quasi come dentro la pancia di un mostro potente e invisibile, Bauder interroga Voss che, con diligenza e precisione, prova a descrivere quel che ha visto nei suoi anni passati a ingrassare quel mostro. Ne viene fuori il quadro di un mondo quasi parallelo, megalomane e terrificante. Un documentario che viaggia al ritmo incalzante di un triller: crudo, spietato, diretto, travolgente.

 

PAROLE CHIAVE: economia, finanza, broker

 

PREMI: Premio della Critica a La Semaine de la Critique di Locarno
European Film Awards Miglior Documentario

VIRAMUNDO

*Audio originale con sottotitoli in italiano

 Gilberto Gil continua il suo impegno iniziato come primo Nero eletto ministro della cultura in Brasile: promuovere la diversità culturale nel mondo globalizzato. Tra incontri e concerti scopriamo la sua visione di un futuro dove le diversità siano sempre più connesse tra di loro, un mondo ricco di speranze, di cambiamenti…e soprattutto di musica. Un documentario musicale istruttivo ma anche divertente sull’impegno di Gil e su cosa possiamo fare noi tutti per cambiare questo mondo in meglio, prendendo spunto dalla sua grande personalità e perseverante passione.

 

PAROLE CHIAVE: integrazione culturale, politica, musica, viaggio, cambiamento, speranza, cultura

WALESA

Un film storico d’indubbio valore culturale che, attraverso la vita di Lech Walesa, conduce i ragazzi a capire il concetto di libertà e gli sforzi e i sacrifici che si devono sopportare per poterla raggiungere, difendere e, quindi, infine, poterne godere. Il film illustra la storia di Walesa, uno dei più importanti uomini politici della storia della Polonia e del panorama internazionale. È un racconto straordinario che condurrà il pubblico dalle battaglie dei primi anni ’80 nei cantieri di Danzica &ndash che diedero avvio alla caduta dei regimi filo sovietici dell’Europa orientale &ndash allo stretto legame con Papa Wojtyla, dalle sfide di ieri al socialismo reale a quelle di oggi alla globalizzazione. Fondamentale risulta essere la presa di coscienza al movimento di Solidarnosc che aspirava ad ideali come la verità, la giustizia, la libertà. È indubbiamente un’opera che tratta e pone gli studenti di fronte, quindi, ad alcuni valori e questioni universalmente importanti come la politica e l’amore, il coraggio, la lealtà, il rispetto, la solidarietà e l’altruismo. Alla chiusura dell’opera con le parole di Walesa “Adesso altri saltano sopra i recinti e fanno crollare i muri. Lo fanno, perchè la libertà è un diritto dell’uomo”, si potrà discutere della nuova ondata di rivoluzioni che stanno coinvolgendo il nostro tempo come Il Movimento Verde Iraniano che per trasmettere il messaggio di libertà ridefinisce i simboli religiosi tradizionali oppure le massicce proteste in Turchia e in Brasile.

 

PAROLE CHIAVE: storia, valore culturale, Lech Walesa, Polonia, libertà, Danzica, battaglia, Papa Wojtyla, coraggio, politica

IO SONO VERA

Io Sono Vera di Beniamino Catena è un thriller fantasy che si muove su un registro visionario, raccontando il surreale ritorno a casa di Vera, una ragazza senza memoria sparita anni prima. Malgrado nessuno riesca a dare una spiegazione al suo strano caso, la madre accetta questa donna riapparsa dal nulla che secondo il test del DNA è proprio sua figlia e la riporta a casa mentre il marito la rifiuta. Nei giorni Vera si riappropria
di alcuni suoi ricordi e riesce a far breccia anche nel cuore del padre. Infatti ha sviluppato una sensibilità e una capacità che le permettono di entrare in contatto profondo con la natura e quindi di raggiungere il cuore degli altri. Man mano che i ricordi riaffiorano, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo cileno, clinicamente morto, che dall’altra parte del mondo si era risvegliato nello stesso istante in cui lei era svanita nel nulla.
 
Pellicola che ha sorpreso e affascinato la critica, Io Sono Vera è un viaggio nella teoria del mondo non lineare, in cui passato, presente e futuro sono contemporanei: possiamo perderci nel tempo, ma non scomparire. Il film, girato tra Italia e Cile nelle meravigliose e suggestive location della Liguria e del deserto cileno di Atacama, esplora ciò che non è visibile ma ugualmente tangibile e forte come la paura, l’amore, il
dolore, il senso dell’infinito. Lo spettatore, infatti, vede e sente con gli occhi di Vera, una ragazzina speciale che per affrontare il primo lutto della sua vita, la morte dell’amato cane, si confronta con l’ignoto desiderando scoprire cosa c’è oltre la barriera del visibile e del corporeo.

 

PAROLE CHIAVE: mistero, mistica, morte
 

LA QUINTA STAGIONE

un film memorabile, suggestivo, dalla magnifica fotografia. Temi principi le difficoltà del nostro pianeta a sopravvivere, l’imminente disastro ambientale qualora l’uomo non decida di salvare la terra in cui vive, la necessità di porre attenzione all’ecologia e a ciò che ci circonda. La natura si inalbera e si ribella: l’inverno non vuole morire e la primavera non può arrivare. Ecco che tutto, assolutamente tutto, poco a poco si sfalda, si deteriora, cade in abbandono. Decidendo di raffigurare una serie di minacce collettive crescenti, La quinta stagione, nel suo sviluppo e nella sua estetica, ci mette alla prova, ci scuote e ci folgora.

 

PAROLE CHIAVE: ecologia, ambiente, natura, fotografia, arte

PANICO AL VILLAGGIO

Quello che colpisce di più, del film ideato e diretto da Stephane Aubier e Vincent Patar è che pur essendo un prodotto perfettamente fruibile per i bambini di tutte le età (e forse a loro primariamente indirizzato), è in grado di conquistare gli adulti con la sua folle ed anarchica creatività: Panico al villaggio è infatti caratterizzato da uno humour non-sense ed obliquo che ignora e sovverte ogni regola della logica e della fisica.Basato su una serie televisiva belga di grande successo, popolarissima anche in Francia ed in altri paesi europei (tra cui l’Inghilterra, dove a curarne l’adattamento è la Aardman) Panico al villaggio è uno dei pochi film d’animazione ad essere mai entrato a far parte della selezione ufficiale di Cannes. Se c’è riuscito, non è solo per la popolarità ma anche per la divertente e folle anarchia creativa. Pur essendo di un’estrema originalità e autonomia, il film rimanda ad autori come Tati e Keaton e alle atmosfere di Gondry.

 

PAROLE CHIAVE: animazione, amicizia